Lopridam

    Ultimo aggiornamento: 16/09/2024

    Cos'è Lopridam?

    Lopridam è un farmaco a base del principio attivo Perindopril + Indapamide + Amlodipina, appartenente alla categoria degli ACE inibitori + calcioantagonisti + diuretici e nello specifico ACE inibitori, altre associazioni. E' commercializzato in Italia dall'azienda Zentiva Italia S.r.l..

    Lopridam può essere prescritto con Ricetta RR - medicinali soggetti a prescrizione medica.


    Confezioni

    Lopridam 4 mg/1,25 mg/10 mg 30 compresse rivestite con film
    Lopridam 4 mg/1,25 mg/5 mg 30 compresse rivestite con film
    Lopridam 8 mg/2,5 mg/10 mg 30 compresse rivestite con film
    Lopridam 8 mg/2,5 mg/5 mg 30 compresse rivestite con film

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Zentiva Italia S.r.l.
    Ricetta: RR - medicinali soggetti a prescrizione medica
    Classe: A
    Principio attivo: Perindopril + Indapamide + Amlodipina
    Gruppo terapeutico: ACE inibitori + calcioantagonisti + diuretici
    ATC: C09BX01 - Perindopril, amlodipina e indapamide
    Forma farmaceutica: compressa


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    Indicazioni

    Perché si usa Lopridam? A cosa serve?
    Lopridam è indicato come terapia di sostituzione per il trattamento dell'ipertensione essenziale, in pazienti adulti già controllati con l'associazione perindopril/indapamide e amlodipina, assunti alla stessa dose.

    Posologia

    Come usare Lopridam: Posologia
    Posologia
    I pazienti devono usare il dosaggio che corrisponde al loro precedente trattamento.
    La dose abituale di Lopridam è una compressa al giorno come dose singola.
    Anziani (vedere paragrafo 4.4)
    L'eliminazione del perindoprilato diminuisce negli anziani (vedere paragrafo 5.2).
    Il trattamento deve essere iniziato dopo aver considerato la risposta della pressione arteriosa e la funzionalità renale.
    Danno renale (vedere paragrafo 4.4)
    Correlato a perindopril/indapamide
    In caso di danno renale grave (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min), il trattamento è controindicato.
    In pazienti con danno renale moderato (clearance della creatinina pari a 30 - 60 ml/min), Lopridam 8 mg/ 2,5 mg/5 mg e Lopridam 8 mg/2,5 mg/ 10 mg compresse sono controindicati (vedere paragrafo 4.3).
    In pazienti con una clearance della creatinina superiore o uguale a 60 ml/min, non è necessario modificare la dose. Il controllo medico periodico dovrà prevedere un monitoraggio frequente della creatinina e del potassio.
    Correlato ad amlodipina
    Le modifiche delle concentrazioni plasmatiche dell'amlodipina non sono correlate al grado di danno renale, pertanto si raccomanda il normale dosaggio. Amlodipina non è dializzabile (vedere paragrafo 5.2).
    Compromissione epatica (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2)
    In caso di grave compromissione epatica, il trattamento è controindicato.
    In pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata, Lopridam deve essere somministrato con cautela, poiché non sono state stabilite raccomandazioni di dosaggio per l'amlodipina in questi pazienti.
    Popolazione pediatrica
    La sicurezza e l'efficacia di Lopridam nei bambini e negli adolescenti non sono state stabilite. Lopridam non deve essere usato nei bambini e negli adolescenti.
    Modo di somministrazione
    La compressa deve essere assunta preferibilmente al mattino prima del pasto.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Lopridam
    • Ipersensibilità ai principi attivi, ad altre sulfonamidi, ai derivati delle diidropiridine, a qualsiasi altro ACE inibitore o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
    • Anamnesi di angioedema (edema di Quincke) correlato a precedente terapia con ACE inibitori (vedere paragrafo 4.4).
    • Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan. Lopridam non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall'ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.5).
    • Angioedema ereditario/idiopatico.
    • Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
    • L'uso concomitante con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (GFR <60 ml/min/1,73 m2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
    • Pazienti sottoposti a trattamenti extracorporei che portano il sangue a contatto con superfici caricate negativamente (vedere paragrafo 4.5).
    • Pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria renale nell'unico rene funzionante (vedere paragrafo 4.4).
    • Danno renale grave (clearance della creatinina <30 ml/min).
    • Danno renale moderato (clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min) per i dosaggi di Lopridam contenenti l'associazione 8 mg/2,5 mg di perindopril/indapamide (es. Lopridam 8 mg/2,5 mg/5 mg e 8 mg/2,5 mg/10 mg).
    • Encefalopatia epatica.
    • Compromissione epatica grave.
    • Ipokaliemia.
    • La combinazione con agenti anti-aritmici cha causa torsione di punta (vedere paragrafo 4.5).
    • Allattamento (vedere paragrafo 4.6).
    • Pazienti in dialisi.
    • Pazienti con insufficienza cardiaca scompensata non trattata.
    • Ipotensione grave.
    • Shock (incluso shock cardiogeno).
    • Ostruzione del tratto di efflusso del ventricolo sinistro (es. stenosi aortica di grado elevato).
    • Insufficienza cardiaca con instabilità emodinamica dopo infarto acuto del miocardio.

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Lopridam
    Tutte le avvertenze relative a ogni componente, come elencato di seguito, si applicano anche all'associazione fissa Lopridam.
    Avvertenze
    Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)
    Esiste l'evidenza che l'uso concomitante di ACE inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l'insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l'uso combinato di ACE inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
    Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
    Gli ACE inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
    Litio
    La combinazione di litio con l'associazione perindopril-indapamide è generalmente non raccomandata (vedere paragrafo 4.5).
    Neutropenia/agranulocitosi/trombocitopenia e anemia
    In pazienti trattati con ACE inibitori sono stati riscontrati casi di neutropenia/agranulocitosi/trombocitopenia e anemia. Nei pazienti con funzione renale normale e in assenza di altri fattori di complicazione, raramente compare neutropenia. Il perindopril deve essere somministrato con estrema cautela a pazienti con collagenopatie vascolari, trattati con agenti immunosoppressori, con allopurinolo o procainamide, o che presentino una combinazione di questi fattori di complicazione, specialmente in presenza di antecedente compromissione della funzionalità renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi, che in alcuni casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva. Se questi pazienti vengono trattati con perindopril, si raccomanda di eseguire un controllo periodico della conta dei globuli bianchi e di invitarli a segnalare qualunque episodio di infezione (es. mal di gola, febbre) (vedere paragrafo 4.5 e 4.8).
    Ipertensione renovascolare
    Vi è un aumentato rischio di grave ipotensione e insufficienza renale quando i pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria nell'unico rene funzionante vengono trattati con ACE inibitori (vedere paragrafo 4.3). Il trattamento con diuretici può essere un fattore che contribuisce. La perdita della funzionalità renale può verificarsi solo con piccoli cambiamenti nella creatinina sierica anche nei pazienti con stenosi unilaterale dell'arteria renale.
    Ipersensibilità/angioedema
    Angioedema al volto, alle estremità, alle labbra, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe è stato raramente segnalato in pazienti trattati con ACE inibitori, perindopril incluso (vedere paragrafo 4.8). Ciò può verificarsi in qualunque momento durante la terapia. In questi casi il trattamento con perindopril deve essere immediatamente sospeso e deve essere intrapreso un controllo appropriato per assicurare la completa risoluzione dei sintomi prima della dimissione del paziente. In queste situazioni quando l'edema è limitato al volto e alle labbra, la reazione si è generalmente risolta senza trattamento, sebbene gli antistaminici siano stati utili nell'alleviare i sintomi.
    Un angioedema associato ad un edema laringeo può essere fatale. Nel caso in cui ci sia il coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe che possano provocare l'ostruzione delle vie aeree, deve essere somministrata prontamente una terapia appropriata, che può includere una soluzione di adrenalina sottocutanea a 1:1.000 (da 0,3 ml a 0,5 ml) e/o misure per il mantenimento della pervietà delle vie aeree.
    Nei pazienti di etnia nera trattati con ACE inibitori è stata riportata una maggiore incidenza di angioedema rispetto ai pazienti di altre etnie.
    Pazienti con anamnesi di angioedema non correlato al trattamento con ACE inibitore possono presentare un rischio maggiore di comparsa di angioedema quando trattati con un ACE inibitore (vedere paragrafo 4.3).
    Un aumentato rischio di angioedema è possibile con l'uso concomitante di altri medicinali che possono causare angioedema (vedere paragrafo 4.3 e paragrafo 4.5).
    L'uso concomitante degli ACE inibitori e di sacubitril/valsartan è controindicato in considerazione dell'aumento del rischio di angioedema. Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall'ultima dose di perindopril. Il trattamento con perindopril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall'ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
    L'uso concomitante di ACE inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (come rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie) (vedere paragrafo 4.5). Occorre cautela nell'iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE inibitore.
    È stato riportato raramente angioedema intestinale in pazienti trattati con ACE inibitori. Questi pazienti presentavano dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi non vi era una precedente anamnesi di angioedema del viso e i livelli di C-1 esterasi erano normali. L'angioedema è stato diagnosticato tramite procedure che includevano TAC addominale o ultrasuoni o con la chirurgia e i sintomi si sono risolti dopo la sospensione dell'ACE inibitore. L'angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti in trattamento con ACE inibitori che presentano dolore addominale.
    Reazioni anafilattoidi durante trattamento di desensibilizzazione
    In pazienti in terapia con ACE inibitori, sottoposti a un trattamento desensibilizzante per punture di imenotteri (api, vespe) sono stati riportati casi isolati di reazioni anafilattoidi severe e a rischio per la vita. Gli ACE inibitori devono essere impiegati con cautela in pazienti allergici desensibilizzati ed evitati in quelli che si stanno sottoponendo a immunoterapia. Tuttavia, tali reazioni possono essere prevenute sospendendo temporaneamente l'ACE inibitore almeno 24 ore prima di intraprendere il trattamento, in quei pazienti che necessitano sia del trattamento con ACE inibitori che del trattamento di desensibilizzazione.
    Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle LDL
    Raramente, in pazienti trattati con ACE inibitori sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destran solfato sono stati riportati casi di reazioni anafilattoidi a rischio per la vita. Queste reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente il trattamento con l'ACE inibitore prima di ogni aferesi.
    Pazienti in emodialisi
    In pazienti in dialisi con membrane ad alto flusso (ad es. AN 69) e in terapia concomitante con ACE inibitore sono state segnalate reazioni anafilattoidi. Per questi pazienti deve essere preso in considerazione l'impiego di un tipo diverso di membrane per dialisi o di una classe diversa di agenti antipertensivi.
    Aldosteronismo primario
    I pazienti con aldosteronismo primario generalmente non rispondono ai farmaci anti-ipertensivi che agiscono attraverso l'inibizione del RAS. Pertanto, l'uso di Lopridam non è raccomandato in questi pazienti.
    Gravidanza
    La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. A meno che il proseguimento della terapia con un ACE inibitore non sia considerato essenziale, per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
    Encefalopatia epatica
    Quando è compromessa la funzionalità epatica, i diuretici tiazidici e affini possono provocare un'encefalopatia epatica. In questi casi, la somministrazione del diuretico deve essere immediatamente sospesa.
    Effusione coroidale, miopia acuta e/o glaucoma secondario acuto ad angolo chiuso
    La sulfonamide o i farmaci derivanti da sulfonamidi possono causare una reazione idiosincrasica, che determina effusione coroidale con difetti del campo visivo, miopia transitoria e/o glaucoma acuto ad angolo chiuso.
    I sintomi comprendono diminuzione dell'acuità visiva ad insorgenza acuta o dolore oculare e in genere si manifestano entro poche ore o settimane dall'inizio della somministrazione del farmaco.
    Il trattamento primario è quello di interrompere l'assunzione del farmaco il più rapidamente possibile. Può essere necessario prendere in considerazione il trattamento medico di urgenza o l'intervento chirurgico se la pressione intraoculare rimane non controllata. I fattori di rischio per lo sviluppo del glaucoma acuto ad angolo chiuso possono includere un'anamnesi positiva per allergia alle penicilline o alla sulfonamide.
    Fotosensibilità
    Sono stati riportati casi di reazioni di fotosensibilità con tiazidici e diuretici affini (vedere paragrafo 4.8). Se la reazione di fotosensibilità compare durante il trattamento, se ne raccomanda l'interruzione. In caso sia comunque necessaria la ri-somministrazione del diuretico si raccomanda di proteggere le aree esposte al sole o ai raggi artificiali UVA.
    Atleti
    Gli atleti devono tenere in considerazione che questo medicinale contiene indapamide che può causare una risposta positiva ai test anti-doping.
    Precauzioni di impiego
    Funzionalità renale
    • In caso di danno renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min), il trattamento con l'associazione perindopril/indapamide è controindicato.
    In pazienti con danno renale moderato (clearance della creatinina < 60 ml/min), il trattamento con i dosaggi di Lopridam contenenti 8 mg/2,5 mg di perindopril/indapamide in associazione (es. Lopridam 8 mg/2,5 mg/5 mg e 8 mg/2,5 mg/10 mg) è controindicato.
    In alcuni pazienti ipertesi senza lesione renale apparente preesistente e per i quali gli esami del sangue dei reni hanno mostrato una insufficienza renale funzionale, il trattamento deve essere sospeso ed eventualmente ripreso ad una posologia ridotta oppure con uno solo dei componenti.
    La pratica corrente deve prevedere per questi pazienti un monitoraggio frequente del potassio e della creatinina, dopo due settimane di trattamento e successivamente ogni due mesi in periodo di stabilità terapeutica. È stata riscontrata insufficienza renale principalmente nei pazienti con grave insufficienza cardiaca o sottostante insufficienza renale, compresa la stenosi dell'arteria renale.
    Il farmaco è generalmente sconsigliato in caso di stenosi bilaterale dell'arteria renale o di funzionalità ridotta ad un solo rene.
    • I diuretici tiazidici e affini sono pienamente efficaci solo quando la funzionalità renale è normale o solo lievemente compromessa (livelli di creatinina più bassi di circa 25 mg/l, ad es. 220 µmol/l nell'adulto).
    • Negli anziani il valore dei livelli plasmatici di creatinina deve essere aggiustato in relazione all'età, peso e sesso del paziente in accordo alla formula di Cockroft:

    clcr = (140 − età) x peso corporeo / 0,814 × livelli plasmatici di creatinina

    con: età espressa in anni
    peso corporeo in kg
    livelli plasmatici di creatinina in µmol/l
    Questa formula è adatta per un anziano maschio e deve essere adattata per le donne moltiplicando il risultato per 0,85.
    L'ipovolemia, secondaria alla perdita di acqua e sodio causata dai diuretici all'inizio del trattamento, determina una riduzione della filtrazione glomerulare. Ciò può risultare in un aumento dell'urea plasmatica e dei livelli di creatinina. Questa insufficienza renale funzionale transitoria è senza conseguenze negative nei pazienti con funzionalità renale normale ma può comunque peggiorare un danno renale preesistente.
    • Amlodipina può essere usata a dosaggi normali in pazienti con danno renale. Variazioni delle concentrazioni plasmatiche di amlodipina non sono correlate con il grado di danno renale.
    L'amlodipina non è dializzabile.
    Ipotensione e deplezione idroelettrolitica
    • I pazienti trattati con perindopril/indapamide sono a rischio di ipotensione improvvisa in presenza di preesistente deplezione sodica (in particolare in individui con stenosi dell'arteria renale). Pertanto i segni clinici di deplezione idroelettrolitica, che possono sopraggiungere in occasione di un episodio intercorrente di diarrea o di vomito, devono essere sistematicamente ricercati. Deve essere effettuato un controllo regolare degli elettroliti plasmatici in questi pazienti.
    • Una marcata ipotensione può richiedere l'esecuzione di una infusione endovenosa di soluzione salina isotonica.
    • Una ipotensione transitoria non costituisce controindicazione al proseguimento del trattamento. Una volta ristabilita una soddisfacente volemia e pressione arteriosa, è possibile riprendere il trattamento a dose ridotta oppure con uno solo dei componenti.
    • Una marcata stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, in particolare durante una marcata deplezione di acqua ed elettroliti (dieta rigida a basso contenuto di sodio o trattamento diuretico prolungato), è stata osservata con perindopril in pazienti la cui pressione sanguigna era inizialmente bassa, in casi di stenosi arteriosa renale, insufficienza cardiaca congestizia o cirrosi con edema e ascite.
      Il blocco di questo sistema con un ACE inibitore può quindi causare, in particolare al momento della prima somministrazione e durante le prime due settimane di trattamento, un'improvvisa caduta della pressione sanguigna e/o un aumento dei livelli plasmatici di creatinina, mostrando un'insufficienza renale funzionale. Occasionalmente questa può essere ad insorgenza acuta, benché raramente, e dopo un intervallo di tempo variabile. In tali casi, il trattamento deve essere iniziato ad una dose più bassa, e aumentata progressivamente.
    • I livelli di sodio devono essere testati prima dell'inizio del trattamento con indapamide, poi ad intervalli regolari. La riduzione dei livelli di sodio può essere inizialmente asintomatica e perciò è essenziale un controllo regolare. Il controllo deve essere più frequente nei pazienti anziani e cirrotici (vedere paragrafi 4.8 e 4.9). Qualunque terapia diuretica può provocare iponatriemia, talvolta con conseguenze molto gravi. L'iponatriemia con ipovolemia può essere responsabile di disidratazione e ipotensione ortostatica. La perdita concomitante di ioni cloruro, può portare ad alcalosi metabolica secondaria compensatoria: l'incidenza e la gravità di questo effetto sono lievi.
    Livelli di potassio
    • L'associazione di indapamide con perindopril non esclude la comparsa di ipokaliemia, soprattutto nei pazienti diabetici o con insufficienza renale. Come per ogni altro antipertensivo in associazione con un diuretico, deve essere effettuato un controllo regolare del potassio plasmatico.
    • Gli ACE inibitori possono provocare iperkaliemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone. Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzionalità renale nella norma. Tuttavia, nei pazienti con una funzionalità renale compromessa e/o nei pazienti che assumono integratori di potassio (inclusi sostituti del sale), diuretici risparmiatori del potassio, trimetoprim o cotrimoxazolo, noto anche come trimetoprim/sulfametoxazolo, e soprattutto antagonisti dell'aldosterone o bloccanti del recettore dell'angiotensina, si può verificare iperkaliemia. I diuretici risparmiatori del potassio e i bloccanti del recettore dell'angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE inibitori e si devono contestualmente monitorare il potassio sierico e la funzionalità renale (vedere paragrafo 4.5).
    • In alcuni pazienti in terapia con ACE inibitori, perindopril incluso, è stato osservato un aumento delle concentrazioni sieriche di potassio. I fattori di rischio per l'insorgenza di iperkaliemia includono insufficienza renale, peggioramento della funzionalità renale, età (> 70 anni), diabete mellito, eventi concomitanti, in particolare disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica e uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (ad es., spironolattone, eplerenone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio; o quei pazienti che assumono altri farmaci associati ad un incremento del potassio sierico (es. eparina, co- trimossazolo noto anche come trimetoprim/sulfametossazolo, altri ACE inibitori, antagonisti dei recettori dell'angiotensina II, acido acetisalicilico ≥ 3 g/giorno, COX-2 inibitori e FANS non selettivi, agenti immunosoppressori come ciclosporina o tacrolimus, trimetoprim ). L'uso di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, o sostituti del sale contenenti potassio, in particolare nei pazienti con funzionalità renale compromessa, può portare ad un aumento significativo del potassio sierico. L'iperkaliemia può causare gravi, talvolta fatali aritmie. Se si ritiene opportuno l'uso concomitante degli agenti sopra menzionati, essi devono essere utilizzati con cautela e deve essere effettuato un frequente monitoraggio del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5).
    • La deplezione potassica con ipokaliemia rappresenta il rischio maggiore dei diuretici tiazidici e affini.
      Il rischio di insorgenza della riduzione dei livelli di potassio (< 3,4 mmol/l) deve essere prevenuto in alcuni pazienti a rischio quali soggetti anziani e/o denutriti, politrattati o meno, pazienti cirrotici con edema e ascite, coronaropatici e pazienti con insufficienza cardiaca.
      In questi casi, l'ipokaliemia aumenta la tossicità cardiaca dei glicosidi cardiaci ed il rischio di turbe del ritmo cardiaco.
      Anche i soggetti con intervallo QT lungo, di origine sia congenita che iatrogena, sono a rischio. L'ipokaliemia, come pure la bradicardia, agisce come fattore predisponente alla comparsa di turbe gravi del ritmo cardiaco, soprattutto di torsioni di punta, che possono essere fatali.
      In tutti questi casi, è necessario un controllo più frequente dei livelli di potassio. Il primo controllo del potassio plasmatico deve essere effettuato nel corso della prima settimana di trattamento.
      Se si rilevano bassi livelli di potassio, si richiede la loro correzione.
    Livelli di calcio
    I diuretici tiazidici e affini possono ridurre l'escrezione urinaria di calcio e provocare un aumento leggero e transitorio dei livelli di calcio plasmatici. Un aumento marcato dei livelli di calcio può essere correlato ad un iperparatiroidismo non diagnosticato. In questi casi, il trattamento deve essere interrotto prima di testare la funzionalità paratiroidea.
    Acido urico
    Nei pazienti iperuricemici trattati con indapamide, può aumentare la tendenza ad attacchi di gotta.
    Ipertensione renovascolare
    Il trattamento dell'ipertensione renovascolare è la rivascolarizzazione. Tuttavia, gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina possono risultare utili per quei pazienti affetti da un'ipertensione renovascolare in attesa di un intervento chirurgico correttivo o quando esso non è possibile.
    Se Lopridam è prescritto a pazienti con stenosi dell'arteria renale accertata o sospetta, il trattamento deve essere iniziato in ambiente ospedaliero, a bassa dose e sotto controllo della funzionalità renale e dei livelli di potassio, poiché alcuni pazienti hanno sviluppato un'insufficienza renale funzionale, rivelatasi reversibile con l'interruzione del trattamento.
    Aterosclerosi
    Il rischio di ipotensione è presente in tutti i pazienti, ma si dovrà essere particolarmente prudenti in quei pazienti affetti da cardiopatia ischemica o insufficienza circolatoria cerebrale, iniziando il trattamento con perindopril ad un dosaggio ridotto.
    Compromissione epatica
    • Raramente, gli ACE inibitori sono stati associati ad una sindrome che inizia con ittero colestatico e progredisce verso una necrosi epatica fulminante e (talora) verso la morte. Il meccanismo di tale sindrome non è noto. Pazienti in trattamento con ACE inibitori che sviluppano ittero o un marcato incremento degli enzimi epatici devono interrompere l'assunzione dell'ACE inibitore e ricevere una appropriata assistenza medica (vedere paragrafo 4.8).
    • L'emivita plasmatica di amlodipina è prolungata e i valori dell'AUC sono maggiori in pazienti con funzionalità epatica compromessa; per questi pazienti non sono stati stabiliti specifici dosaggi. Amlodipina dovrebbe quindi essere inizialmente assunta al dosaggio più basso ed usata con cautela sia all'inizio del trattamento che all'aumentare del dosaggio. Nei pazienti con compromissione epatica grave può essere richiesto un graduale aggiustamento del dosaggio e un attento monitoraggio.
    Insufficienza cardiaca/insufficienza cardiaca grave
    • I pazienti con insufficienza cardiaca devono essere trattati con cautela.
      In uno studio clinico a lungo termine, controllato con placebo, in pazienti con insufficienza cardiaca grave (classe NYHA III e IV) l'incidenza di edema polmonare è stata più elevata nel gruppo trattato con amlodipina rispetto al gruppo placebo (vedere paragrafo 5.1). I bloccanti dei canali del calcio, inclusa amlodipina, devono essere usati con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, poiché possono far aumentare il rischio di futuri eventi cardiovascolari e di mortalità.
    • In pazienti con insufficienza cardiaca grave (grado IV) il trattamento con perindopril deve essere iniziato sotto supervisione medica con dose iniziale ridotta. Il trattamento con beta-bloccanti nei pazienti ipertesi con insufficienza coronarica non deve essere interrotto: l'ACE inibitore deve essere aggiunto al beta-bloccante.
    Stenosi della valvola aortica o mitrale / cardiomiopatia ipertrofica
    Gli ACE inibitori devono essere utilizzati con cautela in pazienti con ostruzione del tratto d'efflusso del ventricolo sinistro.
    Crisi ipertensive
    La sicurezza e l'efficacia dell'amlodipina nelle crisi ipertensive non è stata stabilita.
    Pazienti diabetici
    Nei pazienti con diabete mellito insulinodipendente (tendenza spontanea ad avere elevati livelli di potassio), il trattamento deve essere iniziato sotto supervisione medica con una dose iniziale ridotta.
    Nei pazienti diabetici precedentemente trattati con agenti antidiabetici orali o insulina, i livelli di glicemia devono essere attentamente controllati durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore (vedere paragrafo 4.5) o durante il trattamento con indapamide, in particolare quando i livelli di potassio sono bassi.
    Differenze etniche
    Al pari di altri inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina, perindopril è apparentemente meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa in pazienti di etnia nera rispetto ai pazienti di altre etnie, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione ipertesa di etnia nera.
    Intervento chirurgico/anestesia
    In caso di anestesia, specialmente se l'anestesia è effettuata con agenti a potenziale ipotensivo, gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina possono provocare ipotensione.
    L'interruzione del trattamento, quando possibile, è quindi raccomandata un giorno prima dell'intervento chirurgico per gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina a lunga durata d'azione, come perindopril.
    Tosse
    A seguito dell'uso di ACE inibitori è stata riportata la comparsa di tosse secca, essa è caratterizzata dalla sua persistenza e dalla sua scomparsa dopo l'interruzione del trattamento. In presenza di questo sintomo si deve considerare una possibile eziologia iatrogena. Nel caso in cui la prescrizione di un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina sia tuttavia preferita, si può considerare di continuare il trattamento.
    Anziani
    Prima dell'inizio del trattamento con perindopril devono essere controllati la funzionalità renale e i livelli di potassio. La dose iniziale deve essere pertanto adattata in funzione della risposta pressoria, in particolare in caso di deplezione idroelettrolitica, per evitare la comparsa di improvvisa ipotensione.
    Nei pazienti anziani l'aumento del dosaggio di amlodipina deve avvenire con cautela (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
    Popolazione pediatrica
    La sicurezza e l'efficacia di Lopridam nei bambini e negli adolescenti non sono state stabilite.
    Avvertenze sugli eccipienti
    Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa, pertanto si può dire “libero da sodio“.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Lopridam
    I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l'uso combinato di ACE inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l'insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
    Farmaci che inducono iperkaliemia
    Alcuni farmaci o classi terapeutiche possono aumentare l'incidenza di iperkaliemia: aliskiren, sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE inibitori, antagonisti dei recettori dell'angiotensina II, FANS, eparine, agenti immunosoppressori come ciclosporina o tacrolimus, trimetoprim. L'associazione di questi farmaci aumenta il rischio di iperkaliemia.
    Uso concomitante controndicato (vedere paragrafo 4.3)

    Componente
    Interazione con
    Descrizione dell'interazione
    perindopril
    Aliskiren
    In pazienti diabetici o con danno renale, rischio di iperkaliemia, peggioramento della funzionalità renale e della morbilità cardiovascolare e aumento della mortalità.
    Sacubitril/valsartan
    L'uso concomitante di ACE inibitori con sacubitril/valsartan è controindicato in quanto questo aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.3 e 4.4).
    Trattamenti extracorporei
    Trattamenti extracorporei che portano il sangue a contatto con superfici caricate negativamente come dialisi o emofiltrazione con certe membrane ad alto flusso (ad esempio membrane di poliacrilonitrile) e aferesi di lipoproteine a bassa densità con destrano solfato a causa dell'aumentato rischio di gravi reazioni anafilattoidi (vedere paragrafo 4.3). Se è richiesto tale trattamento, si dovrebbe prendere in considerazione l'uso di un diverso tipo di membrana per dialisi o di una classe diversa di antipertensivo.

    Uso concomitante non raccomandato

    Componente
    Interazione con
    Descrizione dell'interazione
    perindopril
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
    Aliskiren
    In pazienti diversi dai diabetici o con danno renale, rischio di iperkaliemia, peggioramento della funzionalità renale e della morbilità cardiovascolare e aumento della morbilità e della mortalità (vedere paragrafo 4.4).
    Terapia concomitante con ACE inibitore e bloccante dei recettori dell'angiotensina
    È stato riportato in letteratura che in pazienti con malattia aterosclerotica conclamata, insufficienza cardiaca, o diabete con danno d'organo terminale, la terapia concomitante con un ACE inibitore e un bloccante del recettore dell'angiotensina è associata ad una più elevata frequenza di ipotensione, sincope, iperkaliemia e peggioramento della funzionalità renale (inclusa insufficienza renale acuta) in confronto all'uso di un singolo agente del sistema renina- angiotensina-aldosterone. Il doppio blocco (ad es. associando un ACE inibitore con un antagonista del recettore dell'angiotensina II) deve essere limitato a casi definiti singolarmente con stretto monitoraggio di funzionalità renale, livelli di potassio e pressione sanguigna (vedere paragrafo 4.4).
    Estramustina
    Rischio di un aumento degli effetti avversi come edema angioneurotico (angioedema).
    Diuretici risparmiatori di potassio (ad es. triamterene, amiloride), potassio (sali), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio
    Sebbene il potassio sierico si mantenga generalmente nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con perindopril si può sviluppare iperkaliemia., specialmente in associazione a compromissione renale (effetti additivi iperkaliemici). I diuretici risparmiatori del potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono condurre ad un significativo aumento del potassio sierico. Pertanto, l'associazione di perindopril con i farmaci sopra citati non è raccomandata. Se è indicato l'uso concomitante, occorre utilizzare la debita cautela e monitorare frequentemente il potassio sierico. Per l'uso dello spironolattone nell'insufficienza cardiaca, vedere paragrafo “Uso concomitante che necessita di particolari precauzioni“.
    perindopril/ indapamide
    Litio
    Durante la somministrazione concomitante di litio con ACE inibitori sono stati riportati aumenti reversibili delle concentrazioni di litio nel siero e tossicità. L'uso dell'associazione di perindopril e indapamide con litio non è raccomandata, ma qualora si rendesse necessaria tale associazione, deve essere effettuato un attento controllo dei livelli di litio nel siero (vedere paragrafo 4.4).
    amlodipina
    Dantrolene (infusione)
    Negli animali, in seguito a somministrazione di verapamil e dantrolene per via endovenosa sono stati osservati fibrillazione ventricolare letale e collasso cardiovascolare associati a iperkaliemia. A causa del rischio di iperkaliemia, si raccomanda di evitare la somministrazione concomitante di bloccanti dei canali del calcio come amlodipina in pazienti soggetti ad ipertermia maligna e nel trattamento dell'ipertermia maligna.

    Uso concomitante che necessita di particolari precauzioni

    Componente
    Interazione con
    Descrizione dell'interazione
    perindopril
     
    Antidiabetici (insulina, agenti ipoglicemizzanti orali)
    Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE inibitori e farmaci antidiabetici (insuline, agenti ipoglicemizzanti orali) possono causare un aumento dell'effetto di abbassamento del glucosio ematico con rischio di ipoglicemia. Questo fenomeno sembra verificarsi maggiormente durante le prime settimane del trattamento in associazione e in pazienti con danno renale.
    Diuretici non risparmiatori di potassio
    Pazienti che assumono diuretici, e specialmente quelli che presentano deplezione di volume e/o di sale, possono presentare una eccessiva riduzione della pressione sanguigna dopo l'inizio della terapia con un ACE inibitore. La possibilità di effetti ipotensivi può essere ridotta con l'interruzione del diuretico, con l'aumento del volume o con l'assunzione di sale prima di iniziare la terapia con dosi basse e progressive di perindopril.
    Nell'ipertensione arteriosa, quando la terapia diuretica iniziale può aver causato deplezione di sale/volume, il diuretico deve essere interrotto prima di iniziare l'ACE inibitore, nel qual caso un diuretico non risparmiatore di potassio può essere successivamente reintrodotto o l'ACE inibitore deve essere iniziato con un basso dosaggio e progressivamente aumentato.
    Nell'insufficienza cardiaca congestizia trattata con diuretici, l'ACE inibitore deve essere iniziato con un dosaggio molto basso, possibilmente dopo la riduzione del dosaggio del diuretico non risparmiatore di potassio associato.
    In tutti i casi, la funzionalità renale (livelli di creatinina) deve essere monitorata durante le prime settimane di terapia con ACE inibitore.
    Diuretici risparmiatori di potassio (eplerenone, spironolattone)
    Con eplerenone o spironolattone a dosi tra 12,5 mg e 50 mg al giorno e con basse dosi di ACE inibitori:
    nel trattamento dell'insufficienza cardiaca di classe II-IV (NYHA) con frazione di eiezione <40%, e precedentemente trattata con ACE inibitori e diuretici dell'ansa, rischio di iperkaliemia, potenzialmente letale, specialmente in caso di non osservanza delle raccomandazioni prescrittive di questa associazione.
    Prima di iniziare l'associazione, controllare l'assenza di iperkaliemia e danno renale.
    Uno stretto monitoraggio della kaliemia e creatinemia è raccomandato una volta a settimana nel primo mese di trattamento e, successivamente, una volta al mese.
    Racecadotril, inibitori di mTOR (ad es. sirolimus, everolimus, temsirolimus)
    L'uso concomitante di ACE inibitori con racecadotril e inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) può determinare un aumento del rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).
    Trimetoprim, cotrimossazolo (trimetoprim/sulfametos-sazolo)
    Occorre esercitare la debita cautela anche nel somministrare perindopril in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e cotrimoxazolo (trimetoprim/sulfametoxazolo), in quanto è noto che trimetoprim agisce da diuretico risparmiatore del potassio come l'amiloride (vedere paragrafo 4.4).
    Ciclosporina
    Durante l'uso concomitante di ACE inibitori e ciclosporina si può manifestare iperkaliemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
    Eparina
    Durante l'uso concomitante di ACE inibitori ed eparina si può manifestare iperkaliemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
    indapamide
    Farmaci che inducono torsione di punta
    Per il rischio di ipokaliemia, l'indapamide deve essere somministrata con cautela in associazione a farmaci che inducono torsioni di punta come gli antiaritmici di classe IA (chinidina, idrochinidina, disopiramide); gli antiaritmici di classe III (amiodarone, dofetilide, ibutilide, bretilio, sotalolo); alcuni neurolettici (clorpromazina, ciamemazina, levomepromazina, tioridazina, trifluoperazina), benzamidi (amisulpride, sulpiride, sultopride, tiapride), butirrofenoni (droperidolo, aloperidolo), altri neurolettici (pimozide); altre sostanze quali bepridil, cisapride, difemanile, eritromicina ev, alofantrina, mizolastina, moxifloxacina, pentamidina, sparfloxacina, vincamina ev, metadone, astemizolo, terfenadina.
    Prevenzione dell'abbassamento dei livelli di potassio e correzione, se necessario: controllo dell'intervallo QT.
    Farmaci che riducono i livelli di potassio
    Amfotericina B (via ev), glucocorticoidi e mineralcorticoidi (via sistemica), tetracosactide, lassativi stimolanti: Aumento del rischio di riduzione dei livelli di potassio (effetto additivo). Controllo dei livelli di potassio e correzione, se necessario; si richiede particolare attenzione nei casi trattati con glicosidi cardioattivi. Utilizzare lassativi non stimolanti.
    Preparazioni digitaliche
    La riduzione dei livelli di potassio favorisce gli effetti tossici delle preparazioni digitaliche. Controllo dei livelli di potassio e dell'ECG e, se necessario, riconsiderare il trattamento.
    Allopurinolo
    Il trattamento concomitante con indapamide può aumentare l'incidenza delle reazioni di ipersensibilità all'allopurinolo.
    perindopril/ indapamide
    Baclofene
    Potenziamento dell'effetto antipertensivo.
    Controllo della pressione arteriosa e adattamento della dose dell'antipertensivo, se necessario.
    Farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) (compreso l'acido acetilsalicilico ≥ 3 g/die)
    Quando gli ACE inibitori vengono somministrati contemporaneamente a farmaci antiinfiammatori non steroidei (ad es. l'acido acetilsalicilico a regimi di dosaggio antiinfiammatorio, inibitori delle COX-2 e FANS non selettivi), può verificarsi un'attenuazione dell'effetto antipertensivo. L'uso concomitante di ACE inibitori e di FANS può portare ad un aumento del rischio di peggioramento della funzionalità renale, compresa una possibile insufficienza renale acuta, e ad un aumento del potassio sierico, in particolare nei pazienti con preesistente bassa funzionalità renale. Tale combinazione deve essere somministrata con cautela, in particolare nei pazienti anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzionalità renale dopo l'inizio della terapia concomitante ed, in seguito, periodicamente.
    amlodipina
    Inibitori del CYP3A4
    L'uso concomitante di amlodipina con forti o inibitori del CYP3A4 potenti o moderati (inibitori della proteasi, antifungini azolici, macrolidi quali eritromicina o claritromicina, verapamil o diltiazem) può causare un aumento significativo dell'esposizione all'amlodipina che determina un aumentato rischio di ipotensione. Il significato clinico di queste variazioni farmacocinetiche può essere più pronunciato negli anziani. Possono essere richiesti un monitoraggio clinico dei pazienti e un aggiustamento del dosaggio.
    Tacrolimus
    Vi è il rischio di un aumento dei livelli ematici di tacrolimus quando è co-somministrato con amlodipina. Al fine di evitare fenomeni di tossicità da tacrolimus, la somministrazione di amlodipina in pazienti trattati con tacrolimus, richiede il monitoraggio dei livelli ematici di tacrolimus e aggiustamenti della dose di tacrolimus quando opportuno.
    Meccanismo Target degli inibitori di Rapamicina (mTOR)
    Gli inibitori di mTOR come sirolimus, temsirolimus e everolimus sono substrati del CYP3A. L'amlodipina è un debole inibitore del CYP3A. Con l'uso concomitante di inibitori di mTOR, l'amlodipina può aumentare l'esposizione agli inibitori di mTOR.

    Uso concomitante che richiede attenzione

    Componente
    Interazioni con
    Descrizione dell'interazione
    Perindopril
     
    Agenti antipertensivi e vasodilatatori
    L'uso concomitante di questi agenti può aumentare l'effetto ipotensivo di perindopril. L'uso concomitante di nitroglicerina e altri nitrati, o altri vasodilatatori, può ulteriormente ridurre la pressione sanguigna.
    Allopurinolo, citostatici o agenti immunosoppressori, corticosteroidi sistemici
    o procainamide
    La somministrazione concomitante con ACE inibitori può portare ad un incremento del rischio di leucopenia (vedere paragrafo 4.4).
    Farmaci anestetici
    Gli ACE inibitori possono potenziare l'effetto ipotensivo di alcuni farmaci anestetici (vedere paragrafo 4.4).
    Gliptine (linagliptina, saxagliptina, sitagliptina, vildagliptina)
    Aumento del rischio di angioedema, dovuto alla diminuzione dell'attività della dipeptidil peptidasi IV (DPP-IV) causata dalla gliptina, in pazienti co-trattati con un ACE inibitore.
    Simpaticomimetici
    I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antipertensivi degli ACE inibitori.
    Oro
    Raramente sono state riportate reazioni nitritoidi (i sintomi comprendono vampate al volto, nausea, vomito e ipotensione) in pazienti in trattamento con oro per via iniettabile (sodio aurotiomalato) e concomitante terapia con
    ACE inibitori, incluso perindopril.
    Diuretici risparmiatori di potassio (amiloride, spironolattone, triamterene)
    Mentre si fa uso delle combinazioni in alcuni pazienti, si può ancora verificare ipocaliemia o ipercaliemia (in particolare in pazienti con insufficienza renale o diabete). Si deve monitorare i livelli plasmatici di potassio e l'ECG e, se necessario, rivedere il trattamento.
    Metformina
    Acidosi lattica dovuta alla metformina causata da una eventuale insufficienza renale funzionale legata ai diuretici e più specificamente ai diuretici dell'ansa. Non utilizzare la metformina se i livelli di creatinina plasmatica superano 15 mg/l (135 µmol/l) negli uomini e 12 mg/l (110 µmol/l) nelle donne.
    Mezzi di contrasto iodati
    In caso di disidratazione provocata dai diuretici, esiste un aumento del rischio di insufficienza renale acuta, in particolare ad alto dosaggio di mezzi di contrasto iodati.
    Deve essere eseguita una reidratazione prima della somministrazione del mezzo iodato.
    Calcio (sali)
    Rischio di un aumento dei livelli di calcio dovuto alla ridotta eliminazione del calcio nelle urine.
     
    Ciclosporina,
    Tacrolimus
    Rischio di aumento dei livelli di creatinina senza variazione dei tassi circolanti di ciclosporina, anche in assenza di deplezione idrosalina.
    Corticosteroidi,
    tetracosactide
    (via sistemica)
    Riduzione dell'effetto antipertensivo (ritenzione idrosalina da parte dei corticosteroidi).
    perindopril/ indapamide
    Antidepressivi imipramino-simili
    (triciclici), neurolettici
    Aumento dell'effetto antipertensivo e aumento del rischio di ipotensione ortostatica (effetto additivo).
    amlodipina
     
    Induttori del CYP3A4
    In seguito alla somministrazione di induttori noti del CYP3A4, le concentrazioni plasmatiche di amlodipina possono variare. Pertanto, la pressione arteriosa deve essere monitorata e si deve considerare la regolazione del dosaggio sia durante che dopo l'uso concomitante del medicinale in particolare con forti induttori del CYP3A4 (ad es. rifampicina, Hypericum perforatum).
    La somministrazione di amlodipina con pompelmo o succo di pompelmo non è raccomandata in quanto la biodisponibilità può essere aumentata in alcuni pazienti determinando un aumento degli effetti di abbassamento della pressione.
    Altri agenti antipertensivi
    L'effetto di abbassamento della pressione arteriosa dell'amlodipina si aggiunge all'effetto di abbassamento della pressione di altri medicinali con proprietà antipertensive.
    Ciclosporina
    Non sono stati condotti studi di interazione farmacologica con ciclosporina e amlodipina in volontari sani o in altre popolazioni ad eccezione dei pazienti che hanno subito un trapianto renale, nei quali è stato osservato un aumento variabile della concentrazione di ciclosporina (in media 0% - 40%). È necessario prendere in considerazione il monitoraggio dei livelli di ciclosporina nei pazienti sottoposti a trapianto renale trattati con amlodipina ed effettuare una riduzione della dose di ciclosporina, se necessario.
    Simvastatina
    La co-somministrazione di dosi multiple di 10 mg di amlodipina con 80 mg di simvastatina ha portato ad un aumento del 77% dell'esposizione alla simvastatina in confronto alla simvastatina in monosomministrazione.
    Limitare la dose di simvastatina in pazienti trattati con amlodipina a 20 mg al giorno.
    Atorvastatina, digossina,
    Warfarin
    In studi clinici di interazione, amlodipina non ha influenzato la farmacocinetica di atorvastatina, digossina o warfarin.


    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Lopridam non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza. Lopridam è controindicato durante il 2° e il 3° trimestre di gravidanza.
    Lopridam è controindicato durante l'allattamento. Una decisione deve pertanto essere presa, se interrompere l'allattamento o se interrompere l'assunzione di Lopridam, in base all'importanza di questa terapia per la madre.
    Gravidanza
    Correlata a perindopril
    L'uso di ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L'uso di ACE inibitori è controindicato durante il 2° e il 3° trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3 e 4.4).
    L'evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio. A meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore, per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza.
    Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
    È noto che nella donna l'esposizione ad ACE inibitore durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).
    Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente osservati per quanto riguarda l'ipotensione (vedere anche paragrafo 4.3 e 4.4).
    Correlata ad indapamide
    I dati relativi all'uso dell'indapamide in donne in gravidanza non esistono o sono in un numero limitato (meno di 300 gravidanze esposte). L'esposizione prolungata alla tiazide durante il terzo trimestre di gravidanza può ridurre il volume del plasma materno nonché il flusso sanguigno uteroplacentare, che possono provocare ischemia feto-placentare e ritardo della crescita.
    Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Come misura precauzionale, è preferibile evitare l'uso di indapamide durante la gravidanza.
    Correlata ad amlodipina
    La sicurezza di amlodipina durante la gravidanza non è stata stabilita.
    Negli studi sugli animali è stata osservata tossicità riproduttiva in seguito a somministrazione di dosi elevate (vedere paragrafo 5.3). L'uso in gravidanza è raccomandato solo quando non c'è un'alternativa più sicura e quando la malattia stessa comporta un maggiore rischio per la madre e il feto.
    Allattamento
    Lopridam è controindicato durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.3).
    Correlato a perindopril
    Poiché non sono disponibili dati riguardanti l'uso di perindopril durante l'allattamento, perindopril non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.
    Correlato ad indapamide
    Esistono informazioni insufficienti sull'escrezione dell'indapamide/metaboliti nel latte materno. Possono manifestarsi ipersensibilità ai farmaci derivati delle sulfonamidi e ipokaliemia. Non può essere escluso un rischio per i neonati/bambini.
    Indapamide è molto simile ai diuretici tiazidici i quali sono stati associati, durante l'allattamento, ad una diminuzione o anche a una soppressione della produzione di latte materno.
    Indapamide è controindicato durante l'allattamento.
    Correlato ad amlodipina
    Amlodipina è escreta nel latte materno. La proporzione della dose materna ricevuta dai neonati è stata stimata con un range di 3 – 7% con un massimo di 15%. L'effetto di amlodipina sui neonati non è noto.
    Fertilità
    Correlata a perindopril e indapamide
    Studi di tossicità riproduttiva non hanno dimostrato effetti sulla fertilità nei ratti femmina e maschio (vedere paragrafo 5.3). Nell'uomo non sono attesi effetti sulla fertilità.
    Correlato ad amlodipina
    In alcuni pazienti trattati con bloccanti dei canali del calcio sono state riportate modificazioni biochimiche reversibili alla testa degli spermatozoi. Non sono disponibili dati clinici sufficienti sul potenziale effetto di amlodipina sulla fertilità. In uno studio sui ratti, sono stati riportati effetti avversi sulla fertilità maschile (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Lopridam altera moderatamente la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Se i pazienti che assumono Lopridam soffrono di capogiri, cefalea, affaticamento o nausea, la loro capacità di reazione può essere compromessa. Si raccomanda cautela soprattutto all'inizio del trattamento.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Lopridam
    Correlati a perindopril/ indapamide
    Riassunto del profilo di sicurezza
    La somministrazione di perindopril inibisce l'asse renina-angiotensina-aldosterone e tende a ridurre la perdita di potassio causato dall'indapamide.
    Il quattro per cento dei pazienti in trattamento con l'associazione perindopril arginina/indapamide 5 mg/1,25 mg ha esperienza di ipocaliemia (livelli di potassio <3,4 mmol/l).
    Il sei per cento dei pazienti in trattamento con l'associazione perindopril arginina/indapamide 10 mg/2,5 mg ha esperienza di ipocaliemia (livelli di potassio <3,4 mmol/l).
    Le reazioni avverse segnalate più comunemente sono:
    • con perindopril: capogiri, cefalea, parestesia, disgeusia, compromissione della visione, vertigini, tinnito, ipotensione, tosse, dispnea, dolore addominale, costipazione, dispepsia, diarrea, nausea, vomito, prurito, eruzione cutanea, spasmi muscolari e astenia.
    • con indapamide: reazioni di ipersensibilità, principalmente dermatologiche, in soggetti con una predisposizione alle allergie e reazioni asmatiche e eruzioni maculo-papulose.
    Tabella delle reazioni avverse
    Sono state osservate le seguenti reazioni avverse durante il trattamento con perindopril/indapamide classificate secondo la seguente frequenza:
    Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
    Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA
    Reazioni avverse
    Frequenza
    Perindopril
    Indapamide
    Infezioni e infestazioni
    Riniti
    Molto raro
    -
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Eosinofilia
    Non comune*
    -
    Agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    Molto raro
    Anemia aplastica
    -
    Molto raro
    Pancitopenia
    Molto raro
    -
    Leucopenia
    Molto raro
    Molto raro
    Neutropenia (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    -
    Anemia emolitica
    Molto raro
    Molto raro
    Trombocitopenia (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    Molto raro
    Disturbi del sistema immunitario
    Ipersensibilità (reazioni, principalmente dermatologiche, in soggetti con una predisposizione alle allergie e reazioni asmatiche)
    -
    Comune
    Patologie endocrine
    Sindrome da inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH)
    Raro
     
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
     
    Ipoglicemia (vedere paragrafi 4.4 e 4.5)
    Non comune*
    -
    Iperkaliemia reversibile su interruzione (vedere paragrafo 4.4)
    Non comune*
    -
    Iponatriemia (vedere paragrafo 4.4)
    Non comune*
    Non nota
    Ipercalcemia
    -
    Molto raro
    Deplezione di potassio con ipokaliemia, particolarmente seria in alcune popolazioni ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4)
    -
    Non nota
    Disturbi psichiatrici
    Alterazione dell'umore
    Non comune
    -
    Disturbi del sonno
    Non comune
    -
    Depressione
    Non comune
     
    Stato confusionale
    Molto raro
    -
    Patologie del sistema nervoso
    Capogiri
    Comune
    -
    Cefalea
    Comune
    Raro
    Parestesia
    Comune
    Raro
    Disgeusia
    Comune
     
    Sonnolenza
    Non comune*
    -
    Sincope
    Non comune*
    Non nota
    Possibilità di ictus secondario dovuto ad eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    -
    Possibilità di comparsa di encefalopatia epatica in caso di insufficienza epatica (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)
    -
    Non nota
    Patologie dell'occhio
    Compromissione della visione
    Comune
    Non nota
    Miopia (vedere paragrafo 4.4)
    -
    Non nota
    Visione annebbiata
    -
    Non nota
    Effusione coroidale
    -
    Non nota
    Patologie dell'orecchio e del labirinto
    Vertigini
    Comune
    Raro
    Tinnito
    Comune
    -
    Patologie cardiache
     
    Palpitazioni
    Non comune*
    -
    Tachicardia
    Non comune*
    -
    Angina pectoris (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    -
    Aritmia (inclusa bradicardia, tachicardia ventricolare, fibrillazione atriale)
    Molto raro
    Molto raro
    Infarto del miocardio, possibilmente secondario ad eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    -
    Torsione di punta (potenzialmente fatale) (vedere paragrafi 4.4 e 4.5)
    -
    Non nota
    Patologie vascolari
    Ipotensione (e effetti correlati all'ipotensione) (vedere paragrafo 4.4)
    Comune
    Molto raro
    Vasculite
    Non comune*
    -
    Rossore
    Raro
     
    Fenomeno di Raynaud
    Non nota
    -
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Tosse (vedere paragrafo 4.4)
    Comune
    -
    Dispnea
    Comune
    -
    Broncospasmo
    Non comune
    -
    Polmonite eosinofila
    Molto raro
    -
    Patologie gastrointestinali
    Dolore addominale
    Comune
    -
    Costipazione
    Comune
    Raro
    Diarrea
    Comune
    -
    Dispepsia
    Comune
    -
    Nausea
    Comune
    Raro
    Vomito
    Comune
    Non comune
    Secchezza della bocca
    Non comune
    Raro
    Pancreatite
    Molto raro
    Molto raro
    Patologie epatobiliari
    Epatite (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    Non nota
    Funzione epatica anormale
    -
    Molto raro
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Prurito
    Comune
    -
    Eruzione cutanea
    Comune
    -
    Eruzione maculo-papulosa
    -
    Comune
    Orticaria (vedere paragrafo 4.4)
    Non comune
    Molto raro
    Angioedema (vedere paragrafo 4.4)
    Non comune
    Molto raro
    Porpora
    -
    Non comune
    Iperidrosi
    Non comune
    -
    Reazione di fotosensibilità
    Non comune*
    Non nota
    Pemfigoide
    Non comune*
    -
    Aggravamento della psoriasi
    Raro*
    -
    Eritema multiforme
    Molto raro
    -
    Necrolisi epidermica tossica
    -
    Molto raro
    Sindrome di Stevens-Johnson
    -
    Molto raro
    Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo
    Spasmi muscolari
    Comune
    -
    Possibile peggioramento di pre-esistente lupus eritematoso sistemico
    -
    Non nota
    Artralgia
    Non comune*
    -
    Mialgia
    Non comune*
    -
    Patologie renali e urinarie
    Insufficienza renale
    Non comune
    -
    Anuria/ Oliguria
    Raro
     
    Insufficienza renale acuta
     Raro
    Molto raro
    Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
    Disfunzione erettile
    Non comune
    -
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Astenia
    Comune
    -
    Dolore al petto
    Non comune*
    -
    Malessere
    Non comune*
    -
    Edema periferico
    Non comune*
    -
    Piressia
    Non comune*
    -
    Affaticamento
     
    Raro
    Esami diagnostici
    Aumento dell'urea ematica
    Non comune*
    -
    Aumento della creatinina ematica
    Non comune*
    -
    Aumento della bilirubina ematica
    Raro
    -
    Aumento degli enzimi epatici
    Raro
    Non nota
    Riduzione emoglobina e riduzione ematocrito (vedere paragrafo 4.4)
    Molto raro
    -
    Aumento del glucosio ematico
    -
    Non nota
    Aumento dell'acido urico ematico
    -
    Non nota
    Elettrocardiogramma QT prolungato (vedere paragrafi 4.4 e 4.5)
    -
    Non nota
    Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura
    Caduta
    Non comune*
    -
    * frequenza calcolata dagli studi clinici per eventi avversi individuati da segnalazioni spontanee.
    Correlati ad amlodipina
    Riassunto del profilo di sicurezza
    Le reazioni avverse più comunemente segnalate durante il trattamento sono sonnolenza, capogiri, cefalea, palpitazioni, rossore, dolore addominale, nausea, caviglia gonfia, edema della lingua.
    Tabella delle reazioni avverse
    Sono state osservate le seguenti reazioni avverse durante il trattamento con amlodipina classificate secondo la seguente frequenza:
    Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
    All'interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine di gravità decrescente.
    Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA
    Reazioni avverse
    Frequenza
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Leucopenia, trombocitopenia
    Molto raro
    Disturbi del sistema immunitario
    Reazioni allergiche
    Molto raro
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Iperglicemia
    Molto raro
    Disturbi psichiatrici
    Depressione, alterazioni dell'umore (inclusa ansia), insonnia
    Non comune
    Stato confusionale
    Raro
    Patologie del sistema nervoso
    Sonnolenza, capogiri, cefalea (specialmente all'inizio del trattamento)
    Comune
    Tremore, disgeusia, sincope, ipoestesia, parestesia
    Non comune
    Ipertonia, neuropatia periferica
    Molto raro
    Patologie extrapiramidali
    Non nota
    Patologie dell'occhio
    Disturbi visivi (inclusa diplopia)
    Comune
    Patologie dell'orecchio e del labirinto
    Tinnito
    Non comune
    Patologie cardiache
     
    Palpitazioni
    Comune
    Aritmia (inclusa bradicardia, tachicardia ventricolare e fibrillazione atriale)
    Non comune
    Infarto del miocardio
    Molto raro
    Patologie vascolari
    Rossore
    Comune
    Ipotensione
    Non comune
    Vasculite
    Molto raro
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Dispnea
    Comune
    Tosse, rinite
    Non comune
    Patologie gastrointestinali
    Dolore addominale, nausea, dispepsia, cambiamenti nelle abitudini intestinali (incluse diarrea e costipazione)
    Comune
    Vomito, secchezza della bocca
    Non comune
    Pancreatite, gastrite, iperplasia gengivale
    Molto raro
    Patologie epatobiliari
    Epatite, ittero, aumento degli enzimi epatici*
    Molto raro
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Alopecia, porpora, prurito, decolorazione cutanea, iperidrosi, eruzione cutanea, esantema, orticaria
    Non comune
    Angioedema, eritema multiforme, dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson, edema di Quincke, fotosensibilità
    Molto raro
    Necrolisi epidermica tossica
    Non nota
    Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo
    Gonfiore alle caviglie, spasmi muscolari
    Comune
    Artralgia, mialgia, dolore alla schiena
    Non comune
    Patologie renali e urinarie
    Disordini della minzione, nicturia, aumento della frequenza urinaria
    Non comune
    Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
    Impotenza, ginecomastia
    Non comune
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Edema
    Molto comune
    Affaticamento, astenia
    Comune
    Dolore al petto, dolore, malessere
    Non comune
    Esami diagnostici
    Aumento di peso, diminuzione di peso
    Non comune
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse


    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Lopridam
    Non ci sono informazioni riguardo il sovradosaggio con Lopridam.
    Sintomi
    Correlati a perindopril/indapamide
    La reazione avversa più ricorrente, in caso di sovradosaggio, è l'ipotensione a volte associata a nausea, vomito, crampi, capogiri, sonnolenza, stato confusionale, oliguria che può progredire fino all'anuria (per ipovolemia). Possono sopraggiungere anche disturbi dell'equilibrio idrosalino (ridotti livelli di sodio, ridotti livelli di potassio).
    Correlati ad amlodipina
    L'esperienza nei casi di sovradosaggio intenzionale nell'uomo è limitata.
    I dati disponibili suggeriscono che a seguito di sovradosaggio si possono manifestare un'eccessiva vasodilatazione periferica e una possibile tachicardia riflessa. È stata riportata marcata e probabilmente prolungata ipotensione sistemica fino ad includere casi di shock ad esito fatale.
    Raramente è stato segnalato edema polmonare non cardiogeno come conseguenza di un sovradosaggio di amlodipina che può manifestarsi con un esordio ritardato (24-48 ore dopo l'ingestione) e richiedere supporto ventilatorio. Le misure rianimatorie precoci (incluso il sovraccarico di liquidi) per mantenere la perfusione e la gittata cardiaca possono essere fattori precipitanti.
    Gestione
    Correlata a perindopril/ amlodipina
    Le prime misure da prendere consistono nell'eliminare rapidamente il(i) prodotto(i) ingerito(i) con lavanda gastrica e/o somministrazione di carbone vegetale, quindi ripristinare l'equilibrio idroelettrolitico fino a normalizzazione in un centro specializzato.
    In caso di marcata ipotensione, è consigliabile porre il paziente in posizione supina, con la testa abbassata. Se necessario, effettuare una infusione endovenosa di soluzione salina isotonica o qualunque altro metodo di espansione volemica.
    Il perindoprilato, metabolita attivo del perindopril, è dializzabile (vedere paragrafo 5.2).
    Correlata ad amlodipina
    Un'ipotensione clinicamente significativa dovuta a sovradosaggio da amlodipina richiede un attivo supporto cardiovascolare comprendente il monitoraggio frequente della funzionalità cardiaca e respiratoria, l'elevazione degli arti inferiori ed un'attenzione al volume dei fluidi circolanti e della diuresi.
    Per il ripristino del tono vascolare e della pressione arteriosa può essere di aiuto un vasocostrittore, qualora non vi siano controindicazioni per il suo impiego. La somministrazione per via endovenosa di calcio gluconato può rivelarsi utile nell'invertire gli effetti del blocco dei canali del calcio.
    La lavanda gastrica può essere utile in alcuni casi. È stato dimostrato che la somministrazione di carbone vegetale a volontari sani entro 2 ore dall'assunzione di 10 mg di amlodipina riduce in maniera significativa l'assorbimento di amlodipina.
    Dal momento che amlodipina è in gran parte legata alle proteine, è improbabile che la dialisi risulti utile.

    Scadenza

    2 anni.

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione.
    Conservare nel blister originale per proteggere il medicinale dalla luce e dall'umidità.

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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