Privigen

    Ultimo aggiornamento: 01/07/2024

    Cos'è Privigen?

    Privigen è un farmaco a base del principio attivo Immunoglobulina Umana Normale Per Uso Endovenoso, appartenente alla categoria degli Immunoglobuline umane normali e nello specifico Immunoglobuline, umane normali. E' commercializzato in Italia dall'azienda CSL Behring S.p.A..

    Privigen può essere prescritto con Ricetta OSP - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, utilizzabili esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile.


    Confezioni

    Privigen 100 mg/ml soluz. per infusione 1 flac.no 100 ml
    Privigen 100 mg/ml soluz. per infusione 1 flac.no 200 ml
    Privigen 100 mg/ml soluz. per infusione 1 flac.no 25 ml
    Privigen 100 mg/ml soluz. per infusione 1 flac.no 50 ml

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: CSL Behring GmbH
    Concessionario: CSL Behring S.p.A.
    Ricetta: OSP - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, utilizzabili esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile
    Classe: H
    Principio attivo: Immunoglobulina Umana Normale Per Uso Endovenoso
    Gruppo terapeutico: Immunoglobuline umane normali
    ATC: J06BA02 - Immunoglobuline, umane normali, per somministrazione intravascolare
    Forma farmaceutica: soluzione (uso interno)


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    Indicazioni

    Perché si usa Privigen? A cosa serve?
    Terapia sostitutiva in adulti, bambini e adolescenti (0-18 anni) per:
    • Sindromi da immunodeficienza primaria (PID) con alterata produzione di anticorpi (vedere paragrafo 4.4).
    • Immunodeficienze secondarie (SID) in pazienti che soffrono di infezioni gravi o ricorrenti, trattamento antimicrobico inefficace e con insufficienza anticorpale specifica accertata (PSAF)*, o livelli sierici di IgG <4 g/l
    * PSAF = incapacità ad incrementare di almeno 2 volte il titolo anticorpale di IgG a seguito di vaccinazione anti-pneumococcica con antigene polisaccaridico e polipeptidico.
    Immunomodulazione in adulti, bambini e adolescenti (0-18 anni) per:
    • Trombocitopenia immune primaria (ITP) in pazienti ad alto rischio di emorragia o prima di interventi chirurgici, per il ripristino della conta piastrinica.
    • Sindrome di Guillain-Barré.
    • Morbo di Kawasaki (in associazione con acido acetilsalicilico; vedere paragrafo 4.2).
    • Polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP). Esistono solo esperienze limitate sull'uso delle immunoglobuline endovenose nei bambini con CIDP.
    • Neuropatia motoria multifocale (MMN).

    Posologia

    Come usare Privigen: Posologia
    La terapia sostitutiva deve essere iniziata e monitorata sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento dell'immunodeficienza.
    Posologia
    La dose e il regime posologico dipendono dall'indicazione.
    Nella terapia sostitutiva può rendersi necessario personalizzare la dose per ciascun paziente in base alla risposta clinica. La dose basata sul peso corporeo può richiedere correzioni in pazienti sottopeso o in sovrappeso.
    I regimi posologici riportati di seguito sono indicativi.
    Terapia sostitutiva nelle sindromi da immunodeficienza primaria (PID)
    Il regime posologico deve indurre il raggiungimento di una concentrazione minima di IgG (misurata prima della successiva infusione) di almeno 6 g/l o all'interno del normale intervallo di riferimento per l'età della popolazione. Sono necessari da tre a sei mesi dall'inizio della terapia per raggiungere l'equilibrio. La dose iniziale raccomandata è compresa tra 0,4 e 0,8 g/kg di peso corporeo (p.c.) da somministrare una volta, seguita da almeno 0,2 g/kg p.c. da somministrare ogni 3–4 settimane.
    La dose necessaria per ottenere una concentrazione minima di 6 g/l di IgG è compresa tra 0,2 e 0,8 g/kg p.c./mese. L'intervallo tra le dosi dopo il raggiungimento dello stato stazionario è compreso tra 3 e 4 settimane.
    Le concentrazioni minime di IgG devono essere misurate e valutate congiuntamente all'incidenza di infezioni. Per ridurre il tasso di infezioni batteriche, può essere necessario aumentare il dosaggio per ottenere livelli minimi più elevati.
    Immunodeficienze secondarie (come definite nel paragrafo 4.1)
    Il regime posologico deve determinare il raggiungimento di una concentrazione minima di IgG (misurata prima della successiva infusione) di almeno 6 g/l o all'interno del normale intervallo di riferimento per l'età della popolazione. La dose raccomandata è 0,2 - 0,4 g/kg p.c. ogni tre o quattro settimane.
    I livelli minimi di IgG devono essere misurati e valutati unitamente all'incidenza di infezioni.
    Se necessario il dosaggio deve essere modificato per ottenere una protezione ottimale contro le infezioni, può essere necessario un aumento del dosaggio in pazienti con infezione persistente; una riduzione del dosaggio può essere presa in considerazione quando il paziente rimane libero da infezione.
    Trombocitopenia immune primaria (ITP)
    Sono disponibili due opzioni terapeutiche alternative:
    • 0,8-1 g/kg p.c. il giorno 1, somministrazione che può essere ripetuta una volta entro 3 giorni.
    • 0,4 g/kg p.c. ogni giorno per 2-5 giorni.

    In caso di recidiva, il trattamento può essere ripetuto.

    Sindrome di Guillain-Barré
    0,4 g/kg p.c./die per 5 giorni (possibile ripetere la somministrazione in caso di ricaduta).
    Morbo di Kawasaki
    2,0 g/kg p.c devono essere somministrati. in dose singola.
    I pazienti devono essere trattati contemporaneamente con acido acetilsalicilico.
    Polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP)*
    La dose iniziale raccomandata è di 2 g/kg p.c. suddivisa in 2-5 giorni consecutivi, seguita da dosi di mantenimento di 1 g/kg p.c. in 1-2 giorni consecutivi ogni 3 settimane.
    L'effetto del trattamento deve essere valutato dopo ogni ciclo; se non si osserva alcun effetto del trattamento dopo 6 mesi, il trattamento deve essere interrotto.
    Se il trattamento è efficace, il trattamento a lungo termine deve essere sottoposto alla discrezionalità del medico in base alla risposta del paziente e al mantenimento della risposta. Il dosaggio e gli intervalli di somministrazione possono richiedere un adattamento in base al decorso individuale della malattia.
    Neuropatia motoria multifocale (MMN)
    Dose iniziale: 2 g/kg ripartiti in 2-5 giorni consecutivi.
    Dose di mantenimento: 1 g/kg ogni 2-4 settimane o 2 g/kg ogni 4-8 settimane.
    L'effetto del trattamento deve essere valutato dopo ogni ciclo; se dopo 6 mesi non si osserva alcun effetto, il trattamento deve essere interrotto.
    Se il trattamento è efficace, un trattamento a lungo termine deve essere sottoposto alla discrezionalità del medico, in base alla risposta del paziente. La dose e gli intervalli possono richiedere un adattamento in base al decorso individuale della malattia.
    I dosaggi raccomandati sono riassunti nella tabella seguente:
    Indicazione
    Dose
    Frequenza delle iniezioni
    Terapia sostitutiva
    Sindromi da immunodeficienza primaria (PID)
     
    dose iniziale: 0,4 - 0,8 g/kg p.c.
    dose di mantenimento: 0,2 - 0,8 g/kg p.c.
    ogni 3-4 settimane per ottenere una concentrazione minima di IgG di almeno 6 g/l
     
    Immunodeficienze secondarie (come definite nel paragrafo 4.1)
    0,2 - 0,4 g/kg p.c. 
    ogni 3-4 settimane per ottenere una concentrazione minima di IgG di almeno 6 g/l
    Immunomodulazione
    Trombocitopenia immune primaria (ITP)
     
    0,8 - 1 g/kg p.c.
    oppure
    0,4 g/kg p.c./die
    il giorno 1, eventualmente da ripetersi una volta entro 3 giorni
    per 2-5 giorni
    Sindrome di Guillain-Barre
    0,4 g/kg p.c./die 
    per 5 giorni
    Morbo di Kawasaki
    2 g/kg p.c. 
    in dose singola in associazione con acido acetilsalicilico
    Polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP)*
    dose iniziale: 2 g/kg p.c.
    dose di mantenimento: 1 g/kg p.c
    in dosi divise nell'arco di 2-5 giorni
    ogni 3 settimane nell'arco di1-2 giorni
    Neuropatia Motoria Multifocale (MMN)
     
    dose iniziale: 2 g/kg p.c.
    dose di mantenimento: 1 g/kg p.c.
    o
    2 g/kg p.c.
    in dosi divise nell'arco di 2-5 giorni consecutivi
    ogni 2-4 settimane
    o
    ogni 4-8 settimane nell'arco di 2-5 giorni consecutivi
    *La dose è basata sulla dose utilizzata negli studi clinici condotti con Privigen. Una durata del trattamento superiore alle 25 settimane deve essere rimessa alla discrezione del medico, sulla base della risposta del paziente e sul mantenimento della risposta a lungo termine. La dose e gli intervalli di dosaggio dovranno eventualmente essere adattati individualmente in base al decorso della malattia.
    Popolazione pediatrica
    La posologia nei bambini e negli adolescenti (0-18 anni) non è diversa dalla posologia negli adulti in quanto, per ogni indicazione, è basata sul peso corporeo e viene modificata a seconda dell'esito clinico delle condizioni sopra citate.
    Insufficienza epatica
    Non sono disponibili evidenze per richiedere una correzione di dose.
    Insufficienza renale
    Nessuna correzione di dose a meno che non sia clinicamente giustificato, vedere paragrafo 4.4.
    Anziani
    Nessuna correzionedi dose a meno che non sia clinicamente giustificato, vedere paragrafo 4.4.
    Modo di somministrazione
    Per uso endovenoso.
    Privigen deve essere infuso per via endovenosa, a una velocità di infusione iniziale di 0,3 ml/kg p.c./h per circa 30 minuti. Se ben tollerata (vedere paragrafo 4.4), la velocità di somministrazione può essere aumentata gradualmente a 4,8 ml/kg/p.c./h.
    Nei pazienti con PID che hanno tollerato bene l'infusione alla velocità di 4,8 ml/kg/p.c./h, la velocità può essere ulteriormente aumentata gradualmente fino a un massimo di 7,2 ml/kg/p.c./h.
    Se si desidera una diluizione prima dell'infusione, Privigen può essere diluito con una soluzione di glucosio al 5% fino a una concentrazione finale di 50 mg/ml (5%). Per le istruzioni, vedere paragrafo 6.6.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Privigen
    Ipersensibilità al principio attivo (immunoglobuline umane) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 (vedere anche paragrafo 4.4).
    Pazienti con deficit selettivo di IgA che hanno sviluppato anticorpi anti IgA, poiché la somministrazione di un prodotto contenente IgA può provocare anafilassi.
    Pazienti con iperprolinemia di tipo I o II.

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Privigen
    Tracciabilità
    Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome ed il numero di lotto del prodotto somministrato devono essere registrati in modo chiaro.
    Determinate reazioni avverse severe possono essere correlate con la velocità di infusione. La velocità di infusione raccomandata, riportata nel paragrafo 4.2, deve essere rispettata scrupolosamente. I pazienti devono essere sottoposti a stretto monitoraggio e attenta osservazione per evidenziare la comparsa di qualsiasi sintomo per tutta la durata dell'infusione.
    Alcune reazioni avverse possono verificarsi con maggiore frequenza:
    • in caso di alta velocità di infusione,
    • in pazienti affetti da ipogammaglobulinemia o agammaglobulinemia, con o senza deficit di IgA,
    • nei pazienti trattati per la prima volta con immunoglobulina umana normale o, raramente, quando il prodotto a base di immunoglobulina umana normale viene cambiato, o dopo un lungo intervallo di tempo dalla precedente infusione.
    Le potenziali complicanze possono spesso essere evitate se ci si assicura che i pazienti:
    • non siano sensibili all'immunoglobulina umana normale, con un'infusione inizialmente lenta del prodotto (0,3 ml/kg/h),
    • siano sottoposti ad attento monitoraggio per evidenziare la comparsa di qualsiasi sintomo per tutta la durata dell'infusione. In particolare, i pazienti mai trattati con immunoglobulina umana normale, i pazienti precedentemente trattati con un altro prodotto contenente IVIg o i pazienti per i quali sia trascorso un lungo intervallo di tempo dalla precedente infusione devono essere sottoposti a monitoraggio durante la prima infusione e nell'ora successiva alla prima infusione, al fine di rilevare eventuali reazioni avverse. Tutti gli altri pazienti devono essere osservati per almeno 20 minuti dopo la somministrazione.
    In presenza di reazioni avverse occorre ridurre la velocità di somministrazione o interrompere l'infusione. Il trattamento necessario dipende dalla natura e dall'entità della reazione avversa.
    In tutti i pazienti, la somministrazione di IVIg richiede:
    • un'idratazione adeguata prima di iniziare l'infusione di IVIg
    • il monitoraggio della diuresi
    • il monitoraggio dei livelli sierici di creatinina
    • evitare l'uso concomitante di diuretici dell'ansa (vedere paragrafo 4.5).
    Per i pazienti affetti da diabete mellito che necessitano di una diluizione di Privigen a concentrazioni inferiori, si tenga in considerazione la presenza di glucosio nel diluente consigliato.
    Ipersensibilità
    Le vere reazioni di ipersensibilità sono rare e possono manifestarsi nei pazienti con anticorpi anti-IgA.
    Le IVIg non sono indicate nei pazienti con deficit selettivo di IgA se il deficit di IgA costituisce l'unica anomalia di rilievo.
    Raramente, l'immunoglobulina umana normale può indurre un calo della pressione arteriosa con reazione anafilattoide, anche nei pazienti che in precedenza hanno tollerato un trattamento con immunoglobulina umana normale.
    In caso di shock, procedere al trattamento medico standard per lo shock.
    Anemia emolitica
    I prodotti contenenti IVIg possono contenere anticorpi al gruppo sanguigno che possono agire come emolisine e indurre un rivestimento in vivo dei globuli rossi con immunoglobulina, causando una reazione antiglobulina diretta positiva (test di Coombs) e, raramente, l'emolisi. L'anemia emolitica può svilupparsi a seguito della terapia con IVIg a causa dell'aumentato sequestro dei globuli rossi. Il processo di produzione diPrivigen comprende una fase di cromatografia per immunoaffinità (IAC) che riduce in modo specifico gli anticorpi anti-gruppo sanguigno A e B (isoagglutinine A e B). I dati clinici ottenuti con Privigen prodotto con la fase di IAC mostrano una riduzione statisticamente significativa dell'anemia emolitica (vedere paragrafo 4.8, paragrafo 5).
    Sono stati osservati casi isolati di disfunzione renale/insufficienza renale correlata all'emolisi o di coagulazione intravascolare disseminata e decesso.
    I seguenti fattori di rischio sono associati allo sviluppo di emolisi: dosi elevate, sia in somministrazione singola, sia suddivise in diversi giorni; gruppo sanguigno diverso da 0; stato infiammatorio preesistente. Poiché tale evento è stato segnalato comunemente nei pazienti di gruppo sanguigno diverso da 0 che ricevono dosi elevate per indicazioni diverse da PID, si raccomanda una maggiore vigilanza. L'emolisi è stata segnalata raramente nei pazienti sottoposti a terapia sostitutiva per PID.
    I pazienti che ricevono IVIg devono essere sottoposti a monitoraggio per la rilevazione di segni clinici e sintomi di emolisi. Se durante o dopo un'infusione di IVIg si manifestano segni e/o sintomi di emolisi, il medico deve prendere in considerazione l'interruzione del trattamento (vedere anche paragrafo 4.8).
    Sindrome della meningite asettica (aseptic meningitis syndrome, AMS)
    La sindrome della meningite asettica è stata segnalata in associazione al trattamento con IVIg.
    La sindrome inizia, generalmente, entro un periodo compreso tra diverse ore e 2 giorni dopo il trattamento con IVIg. Le analisi del liquido cerebrospinale sono spesso positive, con pleiocitosi fino a diverse migliaia di cellule per mm3, prevalentemente della serie granulocitica, e livelli proteici elevati fino a diverse centinaia di mg/dl.
    L'AMS può verificarsi più frequentemente in associazione a dosi elevate di IVIg (2 g/kg p.c.).
    I pazienti che manifestano questi segni e sintomi devono sottoporsi a un esame neurologico approfondito, comprendente esami sul liquido cerebrospinale, per escludere altre cause di meningite.
    L'interruzione del trattamento con IVIg ha consentito la remissione dell'AMS entro diversi giorni, in assenza di sequele.
    Tromboembolia
    Esistono evidenze cliniche di una correlazione tra la somministrazione di IVIg ed eventi tromboembolici, quali infarto miocardico, accidente vascolare cerebrale (ictus cerebrale incluso), embolia polmonare e trombosi venosa profonda, presumibilmente legati a un aumento relativo della viscosità del sangue dovuto all'elevato afflusso di immunoglobuline nei pazienti a rischio. Si raccomanda cautela nella prescrizione e infusione di IVIg nei pazienti obesi e nei pazienti con fattori di rischio preesistenti per gli eventi trombotici (quali età avanzata, ipertensione, diabete mellito e patologie vascolari o episodi trombotici all'anamnesi, pazienti con disturbi trombofilici acquisiti o ereditari, pazienti costretti a periodi prolungati di immobilizzazione, pazienti gravemente ipovolemici, pazienti con patologie che aumentano la viscosità del sangue).
    Nei pazienti a rischio di reazioni avverse tromboemboliche, i prodotti IVIg devono essere somministrati con la velocità di infusione e la dose più basse possibili in base alla valutazione clinica.
    Insufficienza renale acuta
    Sono stati osservati casi di insufficienza renale acuta in pazienti trattati con IVIg. Nella maggior parte dei casi sono stati individuati fattori di rischio, quali insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, uso concomitante di medicinali nefrotossici o età superiore a 65 anni.
    I parametri renali devono essere valutati prima di infondere le IVIg, in particolare in pazienti che si ritiene abbiano un elevato fattore di rischio per lo sviluppo di insufficienza renale acuta, e di nuovo ad intervalli appropriati.
    In caso di compromissione della funzionalità renale si deve prendere in considerazione l'interruzione del trattamento con IVIg. Benché tali casi di disfunzione renale e di insufficienza renale acuta siano stati associati all'uso di numerosi prodotti a base di IVIg autorizzati contenenti vari eccipienti come saccarosio, glucosio e maltosio, quelli contenenti saccarosio come stabilizzante rappresentano una percentuale preponderante del numero totale. Nei pazienti a rischio deve essere considerato l'uso di prodotti IVIg non contenenti saccarosio. Privigen non contiene saccarosio, maltosio o glucosio.
    Nei pazienti a rischio di insufficienza renale acuta, i prodotti IVIg devono essere somministrati con la velocità di infusione e la dose più basse possibili in base alla valutazione clinica.
    Danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI)
    In pazienti che ricevono IVIg, sono stati segnalati alcuni casi di edema polmonare acuto non cardiogeno [Danno polmonare acuto associato a trasfusione (TRALI)]. Il TRALI è caratterizzato da ipossia grave, dispnea, tachipnea, cianosi, febbre e ipotensione. I sintomi del TRALI tipicamente si manifestano durante la trasfusione o entro 6 ore da questa, spesso entro 1-2 ore. Pertanto, i pazienti che ricevono IVIg devono essere monitorati e l'infusione di IVIg deve essere immediatamente interrotta in caso di reazioni avverse polmonari. Il TRALI è una condizione potenzialmente pericolosa per la vita che va gestita all'interno dell'unità di terapia intensiva.
    Interferenza con le analisi sierologiche
    Dopo l'iniezione di immunoglobuline, l'aumento transitorio di anticorpi trasferiti passivamente nel sangue del paziente può essere causa di risultati falsamente positivi nelle analisi sierologiche.
    Il trasferimento passivo di anticorpi diretti contro antigeni eritrocitari, ad es. A, B, D, può interferire con alcune analisi sierologiche sugli anticorpi eritrocitari, ad esempio sul test dell'antiglobulina diretto (direct antiglobulin test DAT, test di Coombs diretto).
    Agenti trasmissibili
    Privigen è prodotto da plasma umano. Le misure standard per la prevenzione delle infezioni causate dall'uso di medicinali derivati dal sangue o dal plasma umano comprendono la selezione accurata dei donatori, lo screening delle singole donazioni e dei pool di plasma riguardo ai marcatori di infezione specifici e l'inclusione di passaggi efficaci di inattivazione o rimozione dei virus nelle fasi di produzione. Ciò nonostante, in caso di somministrazione di medicinali derivati dal sangue o dal plasma umano, il rischio della trasmissione di agenti infettivi non può essere escluso completamente. Ciò riguarda anche virus sconosciuti o emergenti e altri patogeni.
    Le misure adottate sono considerate efficaci contro i virus con involucro, quali il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), il virus dell'epatite B (HBV) e il virus dell'epatite C (HCV), e contro i virus senza involucro come il virus dell'epatite A (HAV) e il parvovirus B19.
    Esistono esperienze cliniche confortanti riguardo alla mancata trasmissione di epatite A o parvovirus B19 con le immunoglobuline; si presume anche che il contenuto in anticorpi apporti un contributo di rilievo alla sicurezza nei confronti dei virus.
    Contenuto di sodio
    Questo medicinale contiene meno di 2,3 mg di sodio per 100 ml, questo equivale allo 0,12% dell'assunzione massima giornaliera raccomandata dall'OMS di 2 g di sodio per un adulto.
    Popolazione pediatrica
    Pur essendo disponibili solo dati limitati, si presume che le stesse avvertenze e precauzioni e gli stessi fattori di rischio siano validi per la popolazione pediatrica. Dai dati rilevati dopo la commercializzazione del medicinale risulta che le indicazioni per una somministrazione di IVIg a dosi elevate nei bambini, in particolare la malattia di Kawasaki, sono associate a un aumento delle segnalazioni di reazioni emolitiche in confronto ad altre indicazioni per le IVIg nei bambini.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Privigen
    Vaccini con virus vivi attenuati
    La somministrazione di immunoglobuline può ridurre, per un periodo compreso tra un minimo di 6 settimane e un massimo di 3 mesi, l'efficacia dei vaccini contenenti virus vivi attenuati, quali morbillo, rosolia, parotite e varicella. Dopo la somministrazione di questo medicinale si dovrebbe attendere 3 mesi prima di somministrare un vaccino contenente virus vivi attenuati. Nel caso del morbillo, la riduzione dell'efficacia del vaccino può persistere fino a 1 anno. Pertanto, nei pazienti vaccinati contro il morbillo si raccomanda di controllare il titolo anticorpale.
    Diuretici dell'ansa
    Evitare l'uso concomitante di diuretici dell'ansa.
    Popolazione pediatrica
    Pur essendo disponibili solo dati limitati, si prevede che le stesse interazioni possano verificarsi nella popolazione pediatrica.

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    La sicurezza dell'uso di questo medicinale durante la gravidanza non è stata stabilita in studi clinici controllati; pertanto, si raccomanda prudenza in caso di somministrazione durante la gravidanza o l'allattamento. I prodotti a base di IVIg attraversano la placenta, in quantità progressivamente maggiori durante il terzo trimestre. Le esperienze cliniche con le immunoglobuline suggeriscono che non sono attesi effetti dannosi sul corso della gravidanza, sul feto o sul neonato.
    Studi sperimentali condotti su animali con l'eccipiente L-prolina non hanno evidenziato tossicità diretta o indiretta riguardante la gravidanza, lo sviluppo embrionale o fetale.
    Allattamento
    Le immunoglobuline sono escrete nel latte materno e possono contribuire a proteggere il neonato dai patogeni che si servono delle mucose come via d'ingresso.
    Fertilità
    L'esperienza clinica sulle immunoglobuline indica che non sono attesi effetti nocivi sulla fertilità.

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Privigen altera lievemente la capacità di guidare e di usare macchinari, es. capogiri (vedere paragrafo 4.8). I pazienti che presentano reazioni avverse durante il trattamento devono attendere che queste si siano risolte prima di guidare veicoli o di usare macchinari.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Privigen
    Riassunto del profilo di sicurezza
    Possono verificarsi, occasionalmente, reazioni avverse quali brividi, cefalea, capogiro, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia, ipotensione arteriosa e moderata lombalgia, in associazione alla somministrazione endovenosa di immunoglobuline umane.
    Raramente, le immunoglobuline umane normali possono indurre una riduzione improvvisa della pressione arteriosa e, in casi isolati, shock anafilattico, anche se il paziente non ha manifestato reazioni di ipersensibilità in occasione di somministrazioni precedenti.
    Dopo la somministrazione di immunoglobulina umana normale sono stati osservati casi di meningite asettica reversibile e casi rari di reazioni cutanee transitorie (compreso il lupus eritematoso cutaneo - frequenza non nota).
    Reazioni emolitiche reversibili sono state osservate nei pazienti, soprattutto in quelli con gruppi sanguigni A, B, e AB durante un trattamento immunomodulatorio. Raramente può svilupparsi un'anemia emolitica richiedente trasfusione dopo un'alta dose di trattamento con IVIg (vedere paragrafo 4.4).
    Sono stati osservati aumenti dei livelli di creatinina nel siero e/o insufficienza renale acuta.
    Molto raramente: danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI) e reazioni tromboemboliche, quali infarto miocardico, ictus cerebrale, embolia polmonare e trombosi venosa profonda.
    Elenco tabulare delle reazioni avverse
    Sono stati condotti sette studi clinici con Privigen, che hanno incluso pazienti affetti da PID, ITP e CIDP. Nello studio cardine PID sono stati arruolati e trattati con Privigen 80 pazienti. Di questi, 72 hanno completato i 12 mesi di trattamento. Nello studio PID di estensione sono stati arruolati e trattati con Privigen 55 pazienti. Un altro studio clinico ha incluso 11 pazienti PID in Giappone. Due studi ITP sono stati condotti con 57 pazienti ciascuno. Due studi CIDP sono stati condotti con 28 e 207 pazienti rispettivamente.
    La maggior parte delle reazioni avverse al farmaco (adverse reactions, ADRs) osservate nei sette studi clinici è stata di entità da lieve a moderata.
    La seguente tabella mostra una panoramica delle ADRs osservate nei sette studi clinici classificate in base alla classificazione per sistemi e organi MedDRA (SOC), livello di termine preferito (PT, Preferred Term) e frequenza.
    La frequenza è stata valutata secondo le convenzioni seguenti: Molto comune (≥1/10), Comune (≥1/100 , <1/10), Non comune (≥1/1.000 , <1/100), Raro (≥1/10.000 , <1/1.000), Molto raro (<1/10.000). Per le ADRs post-marketing spontanee, la frequenza di segnalazione è classificata come non nota.
    All'interno di ciascun raggruppamento di frequenza, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine di frequenza decrescente.
    Classificazione sistemica organica secondo MedDRA (SOC)
    Reazione avversa
    Frequenza per paziente
    Frequenza per infusione
    Infezioni ed infestazioni
    Meningite asettica
    Non comune
    Rara
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Anemia, emolisi (tra cui anemia emolitica)β, leucopenia
    Comune
    Non comune
    Anisocitosi (tra cui microcitosi)
    Non comune
    Non comune
    Trombocitosi
    Rara
    Diminuzione della conta dei neutrofili
    Non nota
    Non nota
    Disturbi del sistema immunitario
    Ipersensibilità
    Comune
    Non comune
    Shock anafilattico
    Non nota
    Non nota
    Patologie del sistema nervoso
    Cefalea (tra cui cefalea sinusale, emicrania, sensazione di fastidio al capo, cefalea tensiva)
    Molto comune
    Molto comune
    Capogiro (tra cui vertigine)
     Comune
    Non comune
    Sonnolenza
    Non comune
    Non comune
    Tremore
    Rara
    Patologie cardiache
    Palpitazioni, tachicardia
    Non comune
    Rara
    Patologie vascolari
    Ipertensione, vampate (tra cui vampate di calore, iperemia)
    Comune
    Non comune
    Ipotensione
    Rara
    Eventi tromboembolici, vasculite (tra cui patologia vascolare periferica)
    Non comune
    Rara
    Danno polmonare acuto associato alla trasfusione
    Non nota
    Non nota
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Dispnea (tra cui dolore toracico, fastidio al torace, respirazione dolorosa)
    Comune
    Non comune
    Patologie gastrointestinali
    Nausea, vomito, diarrea
    Comune
    Comune
    Dolore addominale
    Non comune
    Patologie epatobiliari
    Iperbilirubinemia
    Comune
    Rara
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Patologie della cute (tra cui eruzione cutanea, prurito, orticaria, eruzione cutanea maculopapulare, eritema, esfoliazione cutanea)
    Comune
    Comune
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Mialgia (tra cui spasmi muscolari, rigidità muscoloscheletrica, dolore muscoloscheletrico)
    Comune
     
    Non comune
    Patologie renali e urinarie
    Proteinuria, aumento della creatina ematica
    Non comune
    Rara
    Insufficienza renale acuta
    Non nota
    Non nota
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Dolore (tra cui mal di schiena, dolore estremità agli arti, artralgia, dolore al collo, dolore facciale), piressia (tra cui brividi), malattia simil-influenzale (tra cui nasofaringite, faringo-laringodinia, vescicole orofaringee, senso di costrizione alla gola)
    Molto comune
    Comune
    Affaticamento
    Comune
    Comune
    Astenia (tra cui debolezza muscolare)
    Non comune
    Dolore al sito di iniezione (incluso fastidio al sito d'infusione)
    Non comune
    Rara
    Esami diagnostici
    Diminuzione dell'emoglobina (tra cui diminuzione del numero di globuli rossi, ematocrito ridotto),
    Test di Coombs (diretto) positivo, aumento dell'alanina aminotransferasi, aumento dell'aspartato aminotransferasi, aumento della lattato deidrogenasi ematica.
    Comune
    Non comune
    β La frequenza è calcolata in base a studi completati prima dell'implementazione della fase di riduzione delle isoagglutinine mediante cromatografia per immunoaffinità (IAC) nel processo di produzione di Privigen. In uno studio post autorizzativo sulla sicurezza (PASS): “Privigen Use and Haemolytic Anaemia in Adults and Children and the Privigen Safety Profile in Children with CIDP – An Observational Hospital-Based Cohort Study in the US“ , che ha valutato i dati di 7.759 pazienti che hanno ricevuto Privigen identificando 4 casi di anemia emolitica dopo la IAC rispetto a 9.439 pazienti che hanno ricevuto Privigen identificando 47 casi di anemia emolitica prima della IAC (basale), è stata dimostrata una riduzione statisticamente significativa dell'89% del tasso complessivo di probabile anemia emolitica sulla base di un rapporto del tasso di incidenza di 0,11 corretto per ambiente ospedaliero/ambulatoriale, età, sesso, dose di Privigen e indicazione per l'uso di Privigen (valore p unilaterale <0,01). I casi probabili di anemia emolitica sono stati definiti da un codice di dimissione ospedaliera specifico per l'anemia emolitica secondo la Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD)-9 o ICD-10. I casi possibili di anemia emolitica consistevano in una reazione trasfusionale non specificata identificata tramite i codici di dimissione ICD-9 o ICD-10 o tramite la revisione delle descrizioni delle spese ospedaliere in associazione temporale con un'aptoglobina, un test antiglobulinico diretto o antiglobulina indiretta eseguito nell'iter diagnostico dell'anemia emolitica.
    Per la sicurezza riguardo agli agenti trasmissibili e informazioni più dettagliate sui fattori di rischio si rimanda al paragrafo 4.4.
    Popolazione pediatrica
    Negli studi clinici condotti su Privigen con pazienti in età pediatrica, la frequenza, la natura e la severità delle reazioni avverse non sono state dissimili fra i bambini e gli adulti. Nelle segnalazioni effettuate dopo la commercializzazione del medicinale, la percentuale di casi di emolisi in tutte le segnalazioni riferite ai bambini è leggermente superiore che negli adulti. Fare riferimento al paragrafo 4.4 per informazioni dettagliate sui fattori di rischio e sul monitoraggio consigliato.
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione al seguente indirizzo: http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Privigen
    Il sovradosaggio può causare sovraccarico di liquidi e iperviscosità, particolarmente nei pazienti a rischio, compresi i pazienti anziani o i pazienti con disfunzione cardiaca o renale.

    Scadenza

    3 anni
    Stabilità dopo la prima apertura:
    Una volta che il flaconcino sia stato aperto, il contenuto deve essere utilizzato tempestivamente. Poiché la soluzione non contiene conservanti, Privigen deve essere infuso immediatamente.
    Stabilità dopo la diluizione:
    Se il prodotto è diluito a concentrazioni più basse (vedere il paragrafo 6.6), se ne raccomanda l'uso immediato dopo la diluizione. La stabilità in uso di Privigen dopo la diluizione con una soluzione di glucosio al 5% fino a una concentrazione finale di 50 mg/ml (5%) è stata dimostrata per 10 giorni a 30 °C; non è stato tuttavia studiato l'aspetto della contaminazione microbica.

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
    Non congelare.
    Tenere il flaconcino nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
    Per le condizioni di conservazione dopo la prima apertura del medicinale e dopo la diluizione, vedere paragrafo 6.3.

    Farmaci Equivalenti

    I farmaci equivalenti di Privigen a base di Immunoglobulina Umana Normale Per Uso Endovenoso sono: Flebogamma, Gamten, Gamunex, Intratect - Soluzione (uso Interno), Iqymune, Kiovig

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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